dall’università alla startup internazionale
Tre grossetani trentenni a capo di un’azienda hi-tech che produce e vende in tutto il mondo macchinari unici per i test sul fotovoltaico e biomedicale
Si conoscevano già prima di frequentare l’università. E nei laboratori di ricerca “Chose” (Center for hybrid and organic solar energy) dell’Università di Roma “Tor Vergata”, il Polo solare organico della Regione Lazio, hanno vissuto un’esperienza di studio e ricerca che ha unito conoscenze diverse – elettronica, meccanica, informatica – e dato vita al loro progetto di lavoro. Quel progetto – Cicci Research, con sede a Grosseto – oggi è una startup già affermata che si è conquistata un ruolo internazionale di primo piano, nella comunità scientifica e sul mercato, come azienda produttrice della tecnologia più avanzata per eseguire test sull’efficacia degli apparati fotovoltaici e in ambito biomedicale. I soci fondatori e amministratori di Cicci Research sono Lucio Cinà (36 anni, ingegnere elettronico), Alessandro Ronconi (35 anni, ingegnere meccanico) e Roberto Oliverio (39 anni, ingegnere informatico); con loro lavorano una dipendente (Edda Balloni, 39 anni), un ricercatore (Basde Jong, 29 anni) e il neoassunto Francesco Vinciarelli (19 anni, specialista in progettazione elettrotecnica, diplomato perito elettrotecnico all’istituto “Porciatti” di Grosseto). «La nostra esperienza nei laboratori di ricerca dell’università – racconta Lucio Cinà – ci ha fatto comprendere sul campo la criticità che si affronta nello sviluppare una nuova tecnologia: raccogliere dati scientifici da macchinari differenti e spesso situati in luoghi differenti, la perdita di tempo e il rischio di errori sistematici. Quindi abbiamo pensato a una soluzione per unificare tutti i test, accorciare i tempi fino a dieci volte e assicurare risultati validi». Quel prototipo è rimasto nei laboratori di Roma. E l’avventura di Cicci Research è partita: la società è stata fondata nel 2016 e dal 2017 ha sede stabile a Grosseto. Nello stesso anno è arrivata la prima commessa, dalla Svizzera.

«Il nostro macchinario “Arkeo” – spiega Cinà – serve a chi sta sviluppando il prototipo di un qualsiasi dispositivo “optoelettronico” (dai pannelli solari ai led) e ha bisogno di eseguire test avanzati su un’unica piattaforma. Cicci Research mette a disposizione la tecnologia più avanzata disponibile sul mercato: integriamo le funzionalità di tanti strumenti scientifici su un’unica piattaforma modulare, espandibile, dotata di un complesso software di elaborazione. In pratica è un sistema completo, chiavi in mano, iper-automatizzato, per chi deve dimostrare la validità della propria tecnologia. Siamo partiti dal fotovoltaico, che rimane il nostro core business, ma da oltre un anno lavoriamo su altri due settori: i sistemi di accumulo (batterie, supercondensatori) e i test in ambito biomedicale (circuiti neuronali, rigenerazione cellulare). Vendiamo in egual misura in Italia e all’estero, anche se il mercato internazionale è più importante: università, centri di ricerca pubblici e privati, aziende dotate di laboratori di sviluppo. Abbiamo già una dozzina di macchinari in giro per il mondo. Tra i clienti ci sono l’Istituto italiano di tecnologia per applicazioni biomedicali, centri di ricerca su fotovoltaico in Svizzera, Francia, Grecia, Arabia Saudita e Cina. Inoltre con il biomedicale siamo impegnati attualmente anche a Eindhoven, e abbiamo stretto una collaborazione con Dipartimento di Biotecnologie, Chimica e Farmacia dell’ Università di Siena. I risultati prodotti dai test condotti con le nostre macchine vengono pubblicati su riviste scientifiche internazionali, quindi contribuiamo anche alla ricerca e accresciamo la nostra credibilità ».
Nonostante la pandemia di Covid e il lockdown, Cicci Research cresce. «Nei primi mesi del 2020 –conferma Lucio Cinà – avevamo già raccolto ordini per un ammontare superiore all’intero 2019. Grazie a questo trend positivo abbiamo assunto un perito elettrotecnico per supportarci nella parte di assemblaggio e progettazione. L’obiettivo è standardizzare la progettazione meccanica ed elettronica e continuare a investire nel software di acquisizione e analisi dati. Durante il lockdown, con lo stop alla produzione di nuovi macchinari, ci siamo concentrati nel seguire i clienti già acquisiti, consolidando il rapporto con loro. Ci proponiamo di diventare non solo fornitori di un prodotto, ma anche un riferimento per i servizi, l’assistenza, la consulenza, la progettazione. Per sostenere l’attività, infatti, sono importanti il miglioramento continuo, il sostegno alla ricerca: avere la sede in Maremma ovviamente non ci favorisce, ma da sempre facciamo di tutto per portare innovazione anche nel nostro territorio. Ad esempio, in collaborazione con l’Università di Roma “Tor Vergata” organizziamo l’evento annuale “Isophos: International school on hybrid and organic photovoltaics”, con la partecipazione di ricercatori da tutto il mondo, che quest’anno si terrà online con il patrocinio del Polo universitario di Grosseto. E siamo stati capofila del progetto regionale “Ariadne” con il Cnr di Firenze, grazie al quale abbiamo potuto sviluppare e allestire il nostro laboratorio con la versione più avanzata di “Arkeo”».
VeryMaremma, 19 Novembre 2020