Olio, vino e stelle che ammaliano
Dalla finanza milanese alla campagna maremmana: Antonella Manuli, pioniera dell’agricoltura e del turismo
Milano, Svizzera, Stati Uniti e… Saturnia! Dalla finanza all’agricoltura “naturale”. Ma quando un’imprenditrice in cerca di sfide come Antonella Manuli s’imbatte in una terra bellissima e ricca di potenzialità, il finale è già scritto.
Per arrivare alla Fattoria La Maliosa è facile perdersi tra le curve delle strade di campagna maremmane. Piccole strisce d’asfalto, immerse nel verde. Poche indicazioni, se non qualche cartello in legno che quasi ti sorprende. Da una parte Montemerano, piccola frazione del Comune di Manciano; a pochi chilometri Saturnia e le sue terme. E volta imboccata quella strada sterrata che porta a La Maliosa si viene catapultati in un luogo fuori dal tempo: lo sguardo si perde tra ettari di terra.

La proprietaria della Fattoria La Maliosa, Antonella Manuli, arriva da Milano e in Maremma è capitata quasi per caso. Dopo essersi laureata negli Stati uniti in Business administration è tornata in Italia per iniziare una carriera nel mondo della finanza. Pochi anni dopo il rientro, la sua famiglia ha acquistato una quota delle Terme di Saturnia e ad Antonella è stato chiesto di occuparsi proprio di quell’attività. Dalla metropoli Milano alla campagna della Maremma. Poche auto, il rumore dei grilli d’estate, un cielo stellato ogni notte. Una location speciale per svolgere il ruolo di vicepresidente di un’azienda in crescita.
«All’epoca – racconta Antonella – appena finivo di lavorare alle terme prendevo la macchina e cominciavo a girare: vedevo luoghi straordinari e non capivo perché non erano ancora state sfruttate le loro potenzialità. Dopo che l’esperienza a Saturnia si è chiusa ho deciso di prendermi un anno sabbatico. Era il 2005. A quel punto avevo tempo di riflettere e mi è venuta voglia di provare a fare qualcosa da sola: qualcosa in Maremma, che unisse l’ambiente, la salubrità della coltivazione e la bellezza del paesaggio. Il progetto La Maliosa è nato da zero ed è frutto di una ricerca molto attenta». Senza compromessi. Senza rinunciare ai tre pilastri che aveva pensato dovessero essere alla base della sua impresa. Altrimenti avrebbe lasciato perdere. «Non avevo fretta – racconta l’imprenditrice –: basti pensare che ho impiegato cinque anni a trovare quello che volevo. Prima ho acquistato l’area di Monte Cavallo, una zona spettacolare che ti folgora per la sua bellezza, poi altri lotti. Mi ci sono voluti dieci anni per mettere tutto insieme: l’ultimo terreno è quello dove sorge la cantina. Era una casa colonica usata alla fine dell’Ottocento come scuola elementare. Qui si riunivano i bambini dei poderi di Manciano». Ma prima della cantina c’è stata la ricerca della vigna perfetta. «Volevo trovare un vigneto vecchio e alla fine ci sono riuscita – dice –: la vigna madre è a Scovaventi, un’area di 7mila metri di uva bianca e rossa. I vitigni sono procanico per il bianco e sangiovese, ciliegiolo, cannonau e barbera per i rossi. Il mio bianco è stato scoperto dal giornalista Paolo Massobrio, autore del Golosario, che l’ha premiato come miglior bianco nel 2013. Questa zona è vocata per i bianchi». Così è iniziata la produzione di vino e olio, all’inizio in piccole quantità. Adesso La Maliosa è al 70% del progetto vitivinicolo: il piano prevede la realizzazione di 10 ettari di vitigni. Poi ci sono 3.700 piante d’olivo già a regime. Anche l’olio dell’azienda continua a ricevere riconoscimenti in prestigiosi concorsi di settore. «Abbiamo cercato sin da subito di portare al massimo la qualità di vino e olio – spiega Antonella Manuli –. Mettiamo grande attenzione in tutto ciò che facciamo: siamo l’unica azienda della nostra area ad avere una produzione così qualificata nell’olio biologico. Ne produciamo circa 2,5 tonnellate dall’anno, mentre le bottiglie di vino sono circa 20/25mila. Il 95% del nostro mercato è l’estero, Cina e Giappone principalmente. Vendiamo anche nel nord Europa e da poco abbiamo aperto al mercato statunitense. Solo il 5% della nostra produzione viene venduta a privati, anche se durante il lockdown le vendite in e-commerce sono aumentate. La produzione ci costa molto: mettiamo un’attenzione maniacale nel prodotto e quindi serve un consumatore consapevole».
Oltre a olio e vino, c’è la ricettività. La Fattoria La Maliosa ha un piccolo B&B e dall’estate 2019 anche una StarBox: una piccola costruzione in legno, una camera immersa nella natura con un tetto che si apre per ammirare le stelle. «Gli astronomi dicono che il cielo di Manciano è uno tra i più scuri d’Italia: l’astroturismo sta crescendo molto – conferma Antonella Manuli – e visto che la natura qui in Maremma ci regala scenari incantevoli abbiamo creato questa casetta con il tetto che si apre e mostra il cielo stellato. Un’esperienza unica. Ecco, vogliamo proporre esperienze che siano a stretto contatto con la natura». Un altro esempio? Nel corso dell’ultima estate a La Maliosa sono arrivate alcune famiglie in camper: hanno parcheggiato accanto al casale e sono rimaste per una notte. «È un’idea lanciata dall’associazione “Le donne del vino” in co-marketing con il Touring Club – racconta l’imprenditrice –: appena abbiamo inserito sul portale la nostra fattoria sono arrivate le prime prenotazioni». L’ultimo segreto da svelare. La Maliosa è un nome particolare: «Significa bellezza che ammalia – rivela Antonella Manuli –: io sono rimasta ammaliata da questo luogo e ho visto subito grandi potenzialità. Siamo pionieri, ma ci crediamo. Ci piace superare i nostri limiti continuando a costruire l’impresa su tre pilastri: ambiente, salubrità e bellezza».
VeryMaremma, 8 Ottobre 2020