Al servizio di oltre 30 produttori agroalimentari e vitivinicoli locali
La nuova sfida è una comunicazione vincente
Dal 1974, quando il consorzio Grosseto Export è stato fondato, molte cose sono cambiate. Se prima l’occasione principale per guadagnarsi visibilità e per stringere contatti con i buyer di tutto il mondo erano le fiere internazionali, oggi – soprattutto nell’era Covid – la comunicazione digitale è imprescindibile. Una sfida che il nuovo presidente Federico Vanni ha tutta l’intenzione di raccogliere e vincere, a cominciare da questo suo primo mandato triennale. A 34 anni è il più giovane a guidare il consorzio Grosseto Export in tutta la sua storia (dopo Achille giusti e Daniele Lombardelli), insieme con il vice Carlo Santarelli e il Cda composto da Vladimiro Brezzi, Gabriele Tempestini e Gabriele Zappelli.
«Ho aderito al consorzio nel 2014 – ricorda Federico Vanni – come socio per la mia azienda vitivinicola San Felo, che punta molto sul mercato estero, e l’anno dopo sono entrato a far parte del Cda come vicepresidente. Ora sono presidente. Grosseto Export ha 46 anni di storia: è nato grazie all’iniziativa di alcune aziende agroalimentari come Olma, Brezzi, Corsini, Cantina di Pitigliano. Allora l’attività era costituita principalmente dalla comune partecipazione alle fiere, anche grazie a finanziamenti importanti. C’era un forte connubio tra la Camera di commercio e le aziende, tanto che il presidente dell’ente camerale era anche il presidente del consorzio. Ora i tempi sono cambiati: tutto è diverso e sicuramente più complicato. Grosseto Export è un consorzio no profit dedicato all’internazionalizzazione che si occupa di erogare servizi a una trentina di aziende, non solo locali, che operano esclusivamente nei settori agroalimentare e vitivinicolo: anche se per statuto siamo multisettoriali, ci siamo specializzati nei comparti più significativi per le esportazioni. Sicuramente per le nostre aziende l’export ha un’incidenza media del 30-40% sul fatturato, e per alcune vale la quasi totalità».
Il consorzio Grosseto Export è una vera e propria guida sui mercati internazionali per le imprese associate. «Puntiamo sulla forza del gruppo – spiega il presidente Vanni –: tanti nostri piccoli soci, impegnati quotidianamente con la produzione, non riescono a gestire dall’Italia la complessità delle competenze necessarie all’export, cioè quello che il mercato richiede. Così li seguiamo, li affianchiamo nella commercializzazione, facciamo da ponte tra produttore e consumatore, rivolgendoci ad entrambi i fronti. Con strumenti concreti: per la presentazione dei prodotti sul mercato continuiamo a partecipare a fiere in Italia e all’estero, organizzando visite di buyer. Naturalmente a questo aggiungiamo un grande lavoro di ricerca e presentazione dei contatti tranite i canali digitali, un metodo operativo ancor più necessario con le difficoltà legate al Covid: mail marketing, incontri virtuali, tasting di vino a distanza spedendo campioni agli importatori stranieri. In questo momento, anche se gli Stati Uniti rappresentano una piazza che si sta consolidando e specializzando nelle degustazioni, il mercato internazionale su cui puntare è la Cina. Le fiere tradizionali come il Vinitaly continuano a funzionare, perché il contatto umano ha ancora un valore, ma i tempi sono cambiati e dobbiamo pensare a comunicare sempre più e meglio».
La strategia è chiara: un salto di qualità nella comunicazione. «Abbiamo individuato la principale criticità nella presentazione dei prodotti sul mercato, e stiamo lavorando proprio per questo. Vogliamo inserire all’interno del consorzio una serie di professionisti e mettere le loro competenze a disposizione dei soci. Ad esempio nel marketing, nell’immagine, nella gestione dei social media. Abbiamo un prezioso patrimonio di contatti, oltre ad ottimi rapporti con le istituzioni, e intendiamo sfruttare tutte le potenzialità di cui disponiamo per presentare nella maniera migliore Grosseto Export e i produttori associati. Fiere e incontri non spariranno, ma la gran parte del lavoro riguarda web e social: è questa la prima immagine che appare ai buyer, e con il Covid la tendenza è destinata ad accentuarsi». Ma non c’è solo la comunicazione digitale – oltre ai tradizionali servizi b2b di intermediazione – nel futuro di Grosseto Export: «L’idea è quella di inserire l’accoglienza di agriturismi e alberghi come ulteriore valore delle produzioni locali di food e vino. Un servizio in più che abbiamo intenzione di proporre alle nostre aziende. Così come c’è l’intenzione di occuparci anche della commercializzazione, cioè della vendita vera e propria, oltre che dell’intermediazione». Perché il mercato corre e cambia, e in Maremma nessuno vuole farsi trovare impreparato.
VeryMaremma, 5 Novembre 2020