Una storia di famiglia e passione per la terra
Così da sessant’anni nasce il vino

Un milione di bottiglie di vino all’anno con 18 diverse etichette
La fattoria a Magliano in Toscana è la patria della doc Morellino di Scansano

È una storia iniziata in un piccolo garage a Scansano. E oggi, quando si arriva alla Fattoria Mantellassi, lo sguardo si perde tra i vigneti. Nelle giornate di sole sembra che l’Isola del Giglio sia distante solo pochi metri. Terra e mare all’orizzonte. Inevitabile innamorarsi di un panorama unico. Ne sono cambiate di cose da quando Ezio Mantellassi negli anni Sessanta produceva il vino in un piccolo locale nel borgo di Scansano, e allo stesso tempo nulla è cambiato. Oggi i suoi figli, Aleardo e Giuseppe, continuano la tradizione di famiglia con la stessa passione del nonno e del padre. E dal 1960 – anno di fondazione dell’azienda – a oggi, nonostante la crescita e i successi, gli assi portanti di questa storia sono sempre gli stessi, indistruttibili come quei sassi che hanno reso più difficile l’impianto delle vigne ma nel contempo unica la produzione del vino Mantellassi.

Una storia che parla di famiglia, passione e una visione aperta all’innovazione. Che ha fatto crescere un’azienda nella Maremma più vera, quella fiera e caparbia. I Mantellassi, però, hanno origini pistoiesi: è stato il lavoro di potini e innestini, a metà Ottocento, a far trasferire la famiglia. A nonno Aleardo non bastava il lavoro nei campi: il vigneto era solo il punto di partenza. E ad avere la stessa idea era Ezio, tanto da costringere la moglie Silvana a tornare a Scansano ogni inverno per coltivare la terra. Sì, perché nella storia della famiglia Mantellassi c’è anche un’altra impresa: dopo la Seconda guerra mondiale scelsero di trasferirsi ad Alassio per lavorare nel settore ricettivo, finché Ezio (che aveva studiato all’Alberghiero) e il fratello riuscirono ad acquistare un albergo. Non solo: ad Alassio Ezio trovò anche l’amore di Silvana. «Si è innamorato dei miei capelli. Le mie sorelle volevano farmi conoscere il fratello, invece ho sposato Ezio – racconta la signora Silvana –. Avevo 19 anni quando è nato il primo dei nostri 4 figli, tutti maschi. Enrico, Ettore, Aleardo e Giuseppe. All’inizio venivamo in Maremma d’inverno: qui non c’era nulla, neppure l’acqua e la luce. Guadagnavamo con l’albergo di Alassio e poi spendevamo tutto in Maremma. Nei primi anni è stata dura: lavoravo il formaggio, si vede ancora dalle mie mani. Poi abbiamo cominciato a comprare qualche animale e ad assumere alcuni operai, che lavoravano alla fattoria con mio marito e suo padre. Quando i nostri due figli più grandi hanno iniziato a lavorare nell’azienda turistica familiare, io e Ezio abbiamo deciso di stabilirci in Maremma con i più piccoli, Aleardo e Giuseppe, che aveva solo pochi mesi quando siamo arrivati. Adesso la Maremma è casa mia». La signora Silvana, unica donna tra tanti uomini, in un luogo lontano da casa, aveva una roccia al suo fianco: il marito Ezio, il suo amore, scomparso nel 2003.

Nel 1960 è iniziato un altro capitolo della storia dei Mantellassi. «All’epoca avevamo 4 ettari di vigna – racconta Aleardo –: mio nonno e mio padre hanno continuato negli anni ad acquistare terreni, e oggi i nostri vigneti hanno un’estensione di 100 ettari. Prima mio nonno e mio padre vivevano tra Alassio e Scansano: i miei fratelli più grandi sono rimasti in Liguria, continuando la tradizione ricettiva, mentre io e Giuseppe ci siamo dedicati all’azienda vitivinicola. Io mi occupo della parte agronomica, mio fratello pensa alla cantina e alla parte commerciale». Una divisione dei ruoli naturale. La grande crescita della Fattoria Mantellassi è arrivata alla fine degli anni Settanta. «Nostro padre – racconta Giuseppe – aveva uno spiccato intuito imprenditoriale. In quegli anni tutti volevano il Brunello di Montalcino. In Maremma il clima era migliore di tante altre zone della Toscana per la maturazione delle uve: la vicinanza del mare porta il maestrale, un vento asciutto che rende migliori le coltivazioni. E perché se il Brunello aveva così successo non poteva averlo anche il nostro Morellino?». Ezio Mantellassi è stato un pioniere: ha contribuito in maniera determinante a creare la doc Morellino di Scansano. Era il 1978: «Mio padre è stato sicuramente il primo ad aver fatto un ragionamento di marketing – racconta ancora Giuseppe –: aveva un vino e non sapeva che cosa scrivere nelle etichette, eppure riusciva a venderlo benissimo ai turisti stranieri con cui dialogava grazie alla conoscenza delle lingue straniere. Da qui l’idea di creare una doc anche per la Maremma. Dalla fine degli anni Settanta la sua intuizione ha reso il Morellino di Scansano uno dei vini più apprezzati in Italia e all’estero». Altre grandi aziende negli anni sono arrivate nel Grossetano per investire nei vigneti, ma i Mantellassi sono rimasti fedeli alla loro tradizione familiare. «La visione di mio padre è la nostra – racconta ancora Giuseppe –. Abbiamo iniziato a frequentare le fiere quando ancora nessuno lo faceva, ma non abbiamo mai seguito l’andamento del mercato in quanto al gusto del vino. Abbiamo mantenuto la nostra tradizione e il tempo ci ha dato ragione. Guardiamo al futuro, ma non ci dimentichiamo mai qual è il nostro passato». Oggi sono trascorsi 60 anni dall’apertura dell’azienda. Al lavoro nell’impresa di famiglia ci sono 21 dipendenti ma le tradizioni non sono cambiate: la sveglia suona sempre all’alba, alle 13 si pranza a casa da mamma Silvana e si parla anche di lavoro e di nuove idee. Poi Giuseppe torna in cantina e Aleardo indossa la sua tuta da lavoro per tornare nei campi.

La Fattoria Mantellassi vende un milione di bottiglie di vino all’anno, con 14 etichette destinate alla ristorazione e 4 alla grande distribuzione. Il 60% della produzione è destinata all’Italia, mentre il 40% viene venduto tramite importatori diretti in 40 Paesi all’estero. L’etichetta più vicina alla tradizione di famiglia? I fratelli Mantellassi non hanno dubbi: «Le Sentinelle. Le viti di quel vigneto hanno 60 anni e una dimensione tale da sembrare alberi». Ma c’è spazio anche per l’innovazione: lo dimostra “Il Mago di o3”, il primo Morellino di Scansano senza solfiti aggiunti prodotto con la tecnologia Purovino®, che sostituisce l’utilizzo di anidride solforosa con l’ozono che blocca l’ossidazione del vino garantendo un’ottima conservazione delle proprietà organolettiche. La tecnica nasce dalla collaborazione con l’Università della Tuscia: il vino ha un gusto più moderno, infatti è apprezzato soprattutto dalle nuove generazioni. L’azienda collabora anche con l’Università di Pisa.

Nel 2020 la Fattoria Mantellassi ha compiuto i suoi primi 60 anni, ma la pandemia di Covid-19 ha bloccato tutte le iniziative in programma. La volontà è quella di recuperare appena la situazione tornerà alla normalità. Ma intanto il futuro della Fattoria Mantellassi ha già un nome, anzi due: Andrea e Luca. Il primo ha 22 anni ed è il figlio di Giuseppe, mentre il piccolo di casa è Luca, figlio quattordicenne di Aleardo. «Mio figlio – racconta Giuseppe – per ora ama stare in vigna con lo zio, mentre Andrea ha un carattere più estroverso e sembrerebbe più adatto ad occuparsi dell’aspetto commerciale. Vedremo…». E la storia continua.

VeryMaremma, 03 Dicembre 2020