Dalle spiagge delle Hawaii ai negozi di tutto il mondo
La storia di successo di tre amici – Ricci, Bardini e Guidati – capaci di realizzare un sogno: un brand di abbigliamento e materiale tecnico che mantiene la testa e il cuore a Grosseto
Quando un’azienda nasce da una passione. In questo caso la passione per il mare, e in particolare per le tavole da surf. Rrd-Roberto Ricci Designs è nata così, nel 1989, quando il fondatore – Roberto Ricci – diede vita alla sua prima società, specializzata nel materiale tecnico, mettendo a frutto tutti i segreti “rubati” ai migliori surfisti sulle spiagge delle Hawaii per costruire a mano pezzi unici con cui solcare le onde. Come se la spiaggia di Grosseto fosse l’isola di Maui. Un passo decisivo per la crescita è stato l’incontro fra Ricci e Roberto Bardini (attuale Ceo di Rrd), nel 1994: «All’epoca – racconta Bardini – mi occupavo di abbigliamento e Roberto voleva espandersi proprio in questo settore. Siamo diventati amici. Il primo anno l’ho servito come cliente, mentre nel 1995 abbiamo costituito una società a tre insieme con Marco Colosi, la Montecristo, per produrre e commercializzare pantaloncini da mare. Per molti anni a seguire ci siamo occupati di beachwear come accompagnamento all’attività principale, che rimaneva comunque il materiale tecnico. Con questo assetto, surf style e abbigliamento sportivo per il mare, siamo cresciuti costantemente fino al 2012, raggiungendo un buon livello nel mercato italiano».

Poi, un altro passo avanti. Quello decisivo. «Negli ultimi 7-8 anni – conferma Bardini – siamo profondamente cambiati: dallo stile alla stagionalità, fino ai negozi nei quali vendiamo i nostri prodotti. Infatti abbiamo lanciato le linee invernali e non commercializziamo più solo nei negozi di abbigliamento sportivo. Adesso abbiamo una distribuzione premium. Nel 2012 abbiamo iniziato a proporre anche l’abbigliamento invernale, in una forma innovativa per l’epoca: siamo partiti con le giacche, impiegando tre materiali diversi. Lycra, pile, piumino. Il risultato è un capo che si indossa quasi come se fosse una muta da surf». Una scommessa vincente. «Dopo un paio d’anni difficili, perché eravamo approdati in un mercato nuovo e diverso, e perdipiù d’alto livello, siamo arrivati alla resa dei conti. Se non avessimo avuto successo, avremmo smesso. E proprio alla vigilia del terzo anno abbiamo avuto il boom allo stand di Pitti. Era il 2014. Da lì è partito un percorso inarrestabile: l’azienda è sempre cresciuta del 20%-30% all’anno. Offriamo un prodotto unico perché è nuovo, diverso dagli altri. In questo momento il nostro best seller è un prodotto comune come un pantalone: la differenza sta in come lo facciamo. Perché non c’è una crisi dei consumi, tutt’altro, bensì una crisi nelle proposte: se sul mercato arriva un prodotto nuovo, diverso, allora il consumatore risponde. Sempre».
C’è voluta la crisi globale, con la pandemia di Covid-19, per un’inversione di tendenza. «La moda è uno dei settori più colpiti. Nel 2020 – spiega il Ceo Roberto Bardini – registriamo un calo del fatturato pari al 30%, ma non nelle vendite. Siamo stati costretti a tagliare la produzione, perché non avevamo certezze. Ma confidiamo in una ripresa. Magari sarebbe più facile per tutti, cambiando le regole: spostare i saldi, permettere di vendere un prodotto a prezzo pieno quando è giusto farlo, per assicurare la corretta remunerazione alla filiera degli addetti ai lavori. In caso contrario, ci saranno sempre problemi. Il nostro mercato? Il settore tecnico resta un comparto di nicchia orientato all’estero. Per quando riguarda l’abbigliamento, invece, vendiamo per l’85% in Italia (la vera prova del fuoco per un brand come il nostro) e per il 15% all’estero. Abbiamo appena aperto showroom monomarca a Milano, Roma e Forte dei Marmi. Adesso il nostro obiettivo è crescere sul mercato internazionale: andiamo già molto bene in Francia, Spagna, Olanda, Germania».
Grandi novità sono attese anche a Grosseto, il cuore dell’azienda. «Abbiamo acquistato il sito industriale della vecchia Mabro, storica azienda sartoriale grossetana, chiusa da qualche anno, e presto ci trasferiremo lì. I lavori sono appena iniziati, ci vorrà almeno un anno. In ogni caso – conferma Bardini – non abbiamo mai pensato di lasciare Grosseto. Dove dovremmo andare? Siamo molto fieri del fatto che quasi tutti i 25 dipendenti della nostra sede siano grossetani, cresciuti in azienda, con un’elevatissima professionalità acquisita e costruita negli anni. La produzione e il marketing hanno e avranno sempre sede a Grosseto, perché è importante mantenere un controllo diretto e continuo, mentre abbiamo esternalizzato altre funzioni, come il magazzino».
Com’è organizzato il mondo Rrd? «Le società sono due: la Ricci International, dedicata al materiale tecnico come le tavole da surf, della quale è socio unico Roberto Ricci, e la Montecristo, per l’abbigliamento. Con me e Roberto, in Montecristo, c’è anche Zelindo Guidati. Fra noi tre c’è un rapporto speciale: mai uno screzio. Diciamo che ci siamo divisi bene i compiti».
VeryMaremma, 26 Novembre 2020